L’isola di Montecristo è uno dei luoghi italiani più incontaminati dove i nostri sensi rivivono sensazioni ancestrali.
Da scoprire a passo lento attraverso un trekking guidato da esperte guide autorizzate e scortato dai carabinieri per la biodiversità.
Se sei amante di tintarella e dei bagni questa non è l’isola che fa per te.
Quando arrivi a Montecristo sei ospite della Natura, scordati tutto ciò a cui sei abituato in un’altra qualsiasi isola italiana.
A Montecristo non ci sono strutture ricettive, niente alberghi, niente bar o ristoranti o stabilimenti balneari. Le uniche case che puoi vedere sono quelle che ospitano i due carabinieri che sorvegliano l’isola, la Villa Reale, storica dimora fatta costruire dall’inglese Giorgio Watson-Taylor e Il Casotto dei Pescatori recentemente restaurato che ci accoglie a Cala Maestra ed è sede di un piccolo museo naturalistico.
E’ proprio a Cala Maestra che arriva il battello che in 3 ore ci porta da Piombino a questo paradiso della natura con un piccolo stop all’isola d’Elba, giusto il tempo per imbarcare qualche passeggero e le guide autorizzate del Parco che ci accompagneranno alla scoperta dell’isola.
Il traghetto si avvicina e l’imponenza dell’isola si svela dietro una coltre di nubi che mi ricordano i segreti e le vicende del libro di Alexandre Dumas : Il conte di Montecristo.
Vi dico subito che non ho trovato il tesoro di cui l’abate del Monastero, prima di morire, aveva rivelato l’esistenza a Edmond Dantès!
Ma sicuramente da questa giornata a Montecristo, sono arrivata a casa arricchita.
Mi sono portata a casa i colori meravigliosi dei pini, del granito e del mare, il rumore del vento che costante ci accompagna per tutto il trekking, i profumi dei cespugli di erica presenti ovunque nell’isola e dei pochi ma imponenti eucalipti di Cala Maestra, il fascino degli alti pennacchi della Drimia Maritima, la sensazione di essere immersi nella natura incontaminata e silenziosamente fare parte di essa.
Che enorme ricchezza! Altro che tesoro!
Se sei incuriosito, ricorda di prenotare la tua escursione a Montecristo con molti mesi di anticipo: solo 2000 persone all’anno hanno questa fortuna!
Ogni approdo all’isola è permesso, solo con prenotazione, per 75 persone che poi vengono divise in gruppi da 15 e con le relative guide naturalistiche possono visitare il parco naturale scegliendo tra 3 percorsi di trekking.
Io ho optato per il medio che, con un giro ad anello, porta fino all’altra spiaggia presente sull’isola ed è il più panoramico con una difficoltà media. E’ importante valutare la difficoltà che aumenta in modo esponenziale per il meteo che porta a temperature molto alte e sempre sotto il sole e per la presenza di sentieri non ben delineati, spesso in salita. E’ per questo che non ho scelto il sentiero che porta ai resti dell’antico monastero, troppo in salita per una giornata calda di settembre! Chi l’ha fatto ha detto che era particolarmente impegnativo proprio per il caldo!
Non dimenticare un abbigliamento adatto: scarpe da trekking o trail running meglio se con caviglia alta o ghette per la presenza di vipere, k way, bacchette da trekking e una bella scorta di cibo ma soprattutto di acqua ( io ne avevo portati 2 litri e li ho bevuti quasi tutti!).
Quando ho letto della presenza delle vipere, devo dire che non sono stata contenta, ma la loro presenza è un mistero come i tanti che circondano l’isola…
Due sono le teorie principali sulla presenza delle vipere a Montecristo: che siano arrivate da una barca attraccata sull’isola per approvvigionamento ( le navi si fermavano per cacciare selvaggina e capre) o che siano state portate dai monaci che abitavano al monastero e che producevano unguenti curativi.
Non si sa quale sia la loro storia esatta, ma sappiamo con certezza che sono una specie piuttosto rara e di piccole dimensioni forse per la scarsità di cibo ( il ratto è stato debellato e si nutrono solo di lucertole). Storia curiosa e interessante ma fortunatamente non ne abbiamo incontrata nemmeno una!
Gli unici animali che abbiamo avvistato sono state le capre ( se ne contano più di 200) e diversi rapaci che leggeri solcano il cielo azzurro alla ricerca di cibo ( mangeranno le vipere???)
Ma il regalo più grande che mi ha fatto quest’isola, è stato proprio dopo averla lasciata alle nostre spalle.
Lungo la tratta di mare tra Montecristo e l’Elba, stanca, con i piedi liberi dagli scarponi, mezza distesa sulla panca della parte aperta del battello, con gli occhi sognanti e lo sguardo all’orizzonte…
Cosa c’è in mare? Che bello i delfini! Che emozione!
Un’incontro entusiasmante, dolce, avvolgente!
Il battello continua il suo percorso e i delfini ci corrono accanto a destra e a sinistra, felici, tuffandosi allegramente come per dirci “tornate ancora” la natura vi aspetta!”
E’ proprio li in quel momento di felicità, che ho capito l’importanza di preservare l’ambiente in cui viviamo che a volte abbiamo già troppo devastato.
E tutte le regole per la visita di quest’isola, che prima mi sembravano estremamente rigide e un po’ esagerate, ora credo invece che siano un’opportunità per noi tutti.
Viaggia con me! A presto!
Elisa
Come ho già avuto modo di dirti, “leggerti” mi fa viaggiare e mi permette di vedere con i tuoi occhi i paesaggi che descrivi. I viaggi che proponi non sono mai scontati e torneremo a farlo insieme . Grazie
Simonetta e Carlo
Grazie. Voi siete due compagni di viaggio meravigliosi!
Elisa
Grazie Elisa :
*di farci scoprire questa isola meravigliosa
*di riuscire ad emozionarci anche se non siamo lì con te.
Viva la natura
Ciao
Laura
Grazie Laura!
Al prossimo viaggio insieme!
Elisa