Avete mai sentito parlare di Finisterre?
Finisterre è un luogo affascinante e carico di mistero. Da anni è ormai tappa immancabile del Cammino di Santiago.
Finisterre, è laddove storia e leggenda si incontrano.
La città di pescatori si trova sulla costa atlantica della Galizia, sulla rocciosa Costa da Morte, chiamata così per il gran numero di relitti di navi lungo queste rive. Questa costa è caratterizzata da paesaggi selvatici e spiagge impressionanti, le une dalle acque tranquille, perché al riparo dal Cabo, e le altre con forti mareggiate come il Mar de Fora, una delle più selvagge della Galizia.
Finisterre e il suo faro sono la destinazione finale per i pellegrini che percorrono il Cammino di Santiago.
Il suo nome ha origini molto lontane…
I Romani diedero a questa città il nome di “Finis Terrae” che significa “Fine della Terra” poichè pensavano che questo fosse il punto più occidentale della terra, e quindi, che il mondo finisse qui. Si credeva anche che la “Fine del mondo” sulla mitica e pericolosa Costa da Morte, fosse la dimora di Ara Solis, un antico altare dedicato all’adorazione del sole; alcuni dicono creato dai Fenici, altri dalle tribù celtiche.
Ancora oggi Finisterre, sia per curiosità che per vivere un’avventura, continua ad esercitare una forza di attrazione speciale sui pellegrini, che non considerano terminato il viaggio, se non quando arrivano qui.
Oggi, qui, è possibile assistere ai più colorati e caldi tramonti che l’universo possa offrire. Il sole scompare, immergendosi nell’Atlantico, tingendo il cielo di fuoco e magia.
Calice ed ostia, oceano e sole… cosa li unisce?
Lo stemma della Galizia è rappresentato da un calice con un’ostia entrante in riferimento proprio a questa meraviglia naturale. Il calice rafffigura l’Oceano, mentre l’ostia, simboleggia il sole.
Ripetendo le usanze degli antichi pellegrini, è tradizione arrivare a Finisterre lungo la spiaggia della Langosteira e bagnarsi nelle gelide acque dell’Oceano, come per una purificazione.
E ’ usanza anche raccogliere una conchiglia a testimonianza del pellegrinaggio effettuato. La conchiglia più diffusa sulla spiaggia era il pecten jacoboeus, quella che chiamiamo capasanta, e che divenne ben presto il simbolo stesso del pellegrinaggio a Santiago.
Nelle chiese, nelle fontane, nei monasteri, posti lungo i principali itinerari che conducono a Santiago, è frequentissimo trovare il simbolo della conchiglia scolpito e ugualmente la conchiglia, è sempre presente nei dipinti e nelle statue dedicate a San Giacomo.
Infine, arrivati sugli scogli sotto il faro, è usanza, seppure ci siano cartelli che dicono di non farlo, bruciare un indumento adoperato nel cammino, per suggellare ritualmente la fine del pellegrinaggio e per sancire il passaggio ad una vita nuova. I pellegrini lasciano anche tutto ciò che non vogliono riportare a casa, sotto la croce celtica, abbandonandolo al vento e al mare. ( Non fatelo…siate ecologici!)
Qualche piccola curiosità…
Per i pellegrini, che da Santiago de Compostela fino a Finisterre, hanno continuato a raccogliere i timbri, è possibile ritirare presso la casa municipale o l’albergue de Fisterra, l’ultima certificazione del cammino, chiamata “la Fisterrana”, vale a dire la certificazione ufficiale di aver percorso il Cammino di Santiago fino a Finisterra ed aver raggiunto “la fine del mondo”.
Famosa è anche la testimonianza letteraria di Finisterre (1943), diffusa a livello mondiale; una breve raccolta poetica di Eugenio Montale, il quale introduce il lettore all’esposizione di quello che è il proprio viaggio verso il “limite”, da dove, sporgendosi, indagherà la sua esistenza.
Cos’altro ti serve per incamminarti verso Finisterre?
Viaggia con me…A presto!